Di ritorno dalla mostra "Metafisica" alle Scuderie del Quirinale ho scritto questa breve ode ad uno dei miei artisti preferiti.
Ode a De Chirico
O veggente delle piazze senza tempo,
dove l’ombra si stende come un enigma,
torri silenti, cieli di piombo,
e statue che ascoltano l’infinito.
Tu, che rapisti al sole meridiano
l’angoscia d’orologio senza lancette,
e popolasti di fantasmi geometrici
il sogno della realtà capovolta.
Metafisico signore d’architetture eterne,
dove i treni sfumano nell’orizzonte,
e i manichini regnano, muti sovrani,
su un mondo sospeso tra mito e algebra.
Dipingevi il silenzio, il non-detto,
l’attesa che brucia più del compiersi
e ancora oggi, nelle tue piazze desolate,
cammina l’uomo, eterno straniero a se stesso.