05 maggio 2006

Ritorno

Ancora questo vento, lo riconosco  

quello che increspava i panni al filo,  

portando odore di corteccia bagnata  

e un sapore di nubi basse.  


Il sentiero s'è fatto più breve,  

i muri a secco più bassi,  

ma la pietra piatta, quella del riposo 

ancura conserva il calore  

delle mie pause antiche.  


Sono meno le case,  

più numerose le finestre cieche  

che ripetono nomi svaniti.  

Solo il noce resiste,  

arreso al tempo ma non vinto,  

testimone muto di ritorni.  


Qualcosa persiste:  

forse l'ombra di chi zappava  

terrazze oblique al tramonto,  

o l'eco di voci  

che il vento ha preso e disperso.  


Ora che la sera avanza  

e le luci tremolano  

come lucciole smarrite,  

questo silenzio  

mi parla chiaro:  

è la risposta che attendevo  

senza averla cercata.  


Ogni macigno, ogni sterpo  

sussurra di distacchi  

mai pienamente confessati,  

e che ora finalmente  

posso accettare  

come frutti maturi  

caduti al momento giusto.  


Ho cercato altrove  

ciò che avevo lasciato qui:  

il segreto sta nel tornare  

e trovare che tutto è cambiato  

per rimanere uguale.