Ancora questo vento, lo riconosco
quello che increspava i panni al filo,
portando odore di corteccia bagnata
e un sapore di nubi basse.
Il sentiero s'è fatto più breve,
i muri a secco più bassi,
ma la pietra piatta, quella del riposo
ancura conserva il calore
delle mie pause antiche.
Sono meno le case,
più numerose le finestre cieche
che ripetono nomi svaniti.
Solo il noce resiste,
arreso al tempo ma non vinto,
testimone muto di ritorni.
Qualcosa persiste:
forse l'ombra di chi zappava
terrazze oblique al tramonto,
o l'eco di voci
che il vento ha preso e disperso.
Ora che la sera avanza
e le luci tremolano
come lucciole smarrite,
questo silenzio
mi parla chiaro:
è la risposta che attendevo
senza averla cercata.
Ogni macigno, ogni sterpo
sussurra di distacchi
mai pienamente confessati,
e che ora finalmente
posso accettare
come frutti maturi
caduti al momento giusto.
Ho cercato altrove
ciò che avevo lasciato qui:
il segreto sta nel tornare
e trovare che tutto è cambiato
per rimanere uguale.