Tu che hai sciolto il sole nell’acqua,
che hai fatto vibrare i salici e le rive
come corde di luce,
Emile, pittore del silenzio che vive,
del mattino che non ha bisogno di parole
t’accosti alle cose
senza violarle.
Nessun clamore,
ma l'umile verità del giorno che nasce,
di una zolla che fuma nel gelo,
d’un gesto contadino
fermo nell’eterno di un attimo.
Hai dipinto la luce
non come fanno i forti,
ma come fanno i fedeli.
Non l’hai posseduta:
l’hai ascoltata.
Nel tuo Lys scorrono secoli quieti,
lenti battiti d’ali,
il riflesso d’una barca che passa
senza peso.
E il cielo, grigio o d’oro
non impone, ma svela,
non chiede, ma accompagna.
Tu che hai fatto della nebbia una preghiera,
della paglia un canto,
della luce un volto umano,
siedi ora tra i rami del tuo tempo
mentre il fiume, senza fretta,
ancora ti porta.