Qualcuno l’ha costruita a fatica,
pensando a domani più tranquilli,
ma la pioggia, la ruggine, il tempo
hanno scritto un finale più sottile.
E il lago se n’è andato senza ira,
senza fragore, quasi per pudore,
lasciando il letto come un vecchio specchio
che non riflette più nessun dolore.
Restano sassi levigati, muti,
e l’erba che già cresce tra le crepe,
mentre il vento racconta a mezza voce
di dighe che non trattennero niente.