Avevi il colore di una ferita
aperta nella coltre bianca.
Poi più nulla: la neve
ha ricucito ogni orlo.
Non messaggero d’inverni,
non simbolo – solo
un tremito rosso
nella trappola del cielo.
Ho contato i tuoi salti:
tre sui rami nudi,
due sul filo del gelo.
Poi l’ultimo –
quello che non ho visto.
Forse eri l’altra faccia
del mio respiro:
il rovescio vivente
di questa stanza vuota
dove batto i pugni
contro il vetro
per sentirmi ancora carne.