Nel sole che batte sull'asfalto,
le cromature brillano come miraggi.
Paesani si accalcano, occhi spalancati,
ignari del tempo che scivola via.
Motori rombano, echi di un passato
che non hanno vissuto né compreso.
Applaudono, sorridono, senza sapere
che la storia si ripete, in silenzio.
Tra le risate e l'odore di benzina,
nessuno nota l'ombra che si allunga.
Un'auto passa, lucida e perfetta,
specchio di un'epoca che non ritorna.
E io, spettatore tra spettatori,
cerco un senso in questo teatro.
Ma trovo solo il vuoto,
mascherato da festa e nostalgia.
© Fulvio Macchi Vandelli