26 settembre 2018

Ode alla Transenna III

È lì da giorni, forse da sempre:

la transenna bianca e rossa, stortignaccola,

inchiodata alla ghiaia.

Sotto la Rocca, torva,

scorticata dal tempo

non sbarra che l’aria e un’idea di passaggio.


Così il divieto diventa forma,

la forma un gesto vuoto.

Eppure la senti, la voce che non chiama:

“Non entrare.

Qui il passato si sfalda,

ma ti guarda ancora.”


Allora resti

un passo prima della soglia,

tra la transenna e l’ombra del muro

come chi aspetta

che crolli qualcosa

o che qualcuno

dica che puoi passare.


© Fulvio Macchi Vandelli