18 maggio 2019

Rosa del Fiume

tra calcine e silenzi scrostati

la trovai, dove il muro si scuce

in segni d’acqua e sonno.

Una Rosa, non nome, non specie,

offesa d’incanto,

pietra e carne insieme,

crepa fiorita nel tempo che non passa.

non sa più il vento

da dove l’ha tratta,

se un giardino perduto

o il sogno d’un seme

che attese, chiuso, la quiete dei passi.

la guardai:

non per chiedere,

ma per restare,

come chi riconosce

il proprio enigma

nell’orma d’un altro. 

© Fulvio Macchi Vandelli