C'erano - lo ricordi? - i pioppi
in fila come sentinelle stanche
che il fiume ignorava, curvo
sotto il peso di se stesso.
Soffiava un vento inutile,
tagliava l'acqua a lame larghe,
e sulle cortecce screpolate
l'ombra faceva finta di pregare.
Non un passo, non un grido.
Solo il cigolio d’un ramo spezzato
o era il tuo pensiero che tornava
lì, dove il tempo non si scusa.
I pioppi, adesso, parlano in sogno.
Dicono: tutto scorre, ma nulla si assolve.
Tu stringi le mani nelle tasche vuote
e speri in una voce che non sia vento.
© Fulvio Macchi Vandelli