È lì da giorni, forse da sempre:
la transenna bianca e rossa, stortignaccola,
inchiodata alla ghiaia.
Sotto la Rocca, torva,
scorticata dal tempo
non sbarra che l’aria e un’idea di passaggio.
Così il divieto diventa forma,
la forma un gesto vuoto.
Eppure la senti, la voce che non chiama:
“Non entrare.
Qui il passato si sfalda,
ma ti guarda ancora.”
Allora resti
un passo prima della soglia,
tra la transenna e l’ombra del muro
come chi aspetta
che crolli qualcosa
o che qualcuno
dica che puoi passare.
© Fulvio Macchi Vandelli