27 maggio 2023

Papavero

Là, dove il campo si sfalda

in zolle secche e spine,

un papavero solo

oscilla, né vento né grazia,

solo la posa storta

di chi nasce in ritardo.


Un cane, randagio o smarrito,

l’annusa distratto.

Forse credeva in altro:

carne, o un richiamo.

Invece, il rosso senza scopo,

il gambo che cede.


Poi si ferma,

e per un istante

sembra capirlo:

l'inutile fiorire,

l'attesa che non sa

se è inizio o rovina.


Ma già riprende il passo.

Il papavero resta,

curvo,

come chi ha avuto

uno sguardo di troppo. 


© Fulvio Macchi Vandelli